Non è tanto la meta quanto il viaggio. E forse, quando si parla di Emilia, ancora più importante è il mezzo.
Quello che aspetta gli appassionati di due e quattro ruote è un tuffo nel culto dei motori che anima il territorio compreso tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Un vero e proprio percorso a tutto gas che parte dalle prestigiose collezioni di carrozze per arrivare alle auto storiche e a quel concentrato di tecnologia e design che sono i moderni bolidi.
L’itinerario parte a Piacenza, con la visita al Museo delle Carrozze, una delle più prestigiose raccolte di carrozze d’Italia, non solo per la varietà ma anche per la ricchezza dei pezzi ospitati nei suggestivi sotterranei di Palazzo Farnese.
Si trovano qui, in perfetto stato di conservazione, veri e propri “bolidi” di un tempo che fu, che vanno cronologicamente dal 1700 fino all’avvento del trasporto a motore.
Tra gli esemplari esposti: berline di gala, berline da viaggio, stages, landau, calessi, uno splendido carretto siciliano e un carro-pompieri, ma pure carrozzine e carrozzelle da bambini dei secoli XVIII-XIX.
Alle porte di Varano de’ Melegari (PR), riecheggia il rombo della vicenda automobilistica e sportiva di Giampaolo Dallara, simbolo sgasante della Motor Valley destinato a lasciare il segno anche grazie alla Dallara Academy, spazio espositivo per le vetture che materializzano il suo genio, ma anche luogo del sapere per le nuove generazioni.
L’area di collegamento tra i due piani che ospitano i laboratori per le scuole, l’auditorium e le aule dedicate alla formazione universitaria, è il cuore pulsante e visuale della struttura.
Si tratta di un luogo sempre aperto ai visitatori, che possono respirare e toccare con mano i veicoli che hanno segnato la storia professionale dell’ingegnere: dalla Lamborghini Miura alla Fiat X1/9, dalle vetture Sport progettate e costruite per la Lancia nei primi anni '80, alle monoposto della Formula Indycar che corrono negli Stati Uniti, dai prototipi di Le Mans fino alle serie come Formula 3 e Formula E, per arrivare all’ultima nata “Dallara Stradale”.
A poche centinaia di metri dalla sede della Dallara, sorge l’Autodromo Riccardo Paletti Varano de' Melegari.
Costruito nel 1968 e successivamente ampliato a più riprese, il tracciato odierno misura 2350 metri, è attivo 300 giorni l’anno e ospita eventi internazionali come quello della Formula SAE - durante il quale le Università di tutto il mondo si sfidano mettendo in pista i loro progetti più innovativi e avveniristici sotto forma di auto da corsa - e l’ASI Motoshow, weekend di culto per i collezionisti con le due ruote nel cuore.
Il suo asfalto è stato consumato dai bolidi di Formula 3 e di campionati come quello Italiano Turismo e Supermotard, ma è anche la casa del Centro Internazionale Guida Sicura, istituito grazie ad Andrea de Adamich, in collaborazione con Alfa Romeo.
Abarth, Maserati e Ferrari sono solo alcuni dei nomi delle case che partecipano a un programma mirato a migliorare le capacità di controllo della vettura in situazioni critiche, con giornate dedicate specificamente a guida sportiva, evoluta e avanzata
Il Museo dell’automobile di San Martino in Rio sembra quasi una semplice officina in confronto all'avveniristica apparenza della Dallara Academy. Il che è in realtà perfettamente coerente con l’anima della raccolta, nata dalla passione e dalla volontà di sporcarsi con l’olio del motore, pur di radunare dei veri e propri capolavori dell’arte delle quattro ruote.
L’arrivo dei primi esemplari risale al 1956, quando una “Regina d’Africa” – l’autotreno 634 Fiat impiegato per la colonizzazione dell’Abissinia – fa tappa alle porte di San Martino in Rio, con a bordo tre veicoli.
Ma quello che i visitatori si trovano davanti oggi è frutto dell’ostinazione di Emilio Storchi Fermi, detto Barighin, patron della Scuderia San Martino e vera anima di un Museo originale che solo nel 1981, 6 anni dopo la sua morte, ha trovato una collocazione definitiva.
Gli appassionati di auto d’epoca possono così lasciare gli occhi su modelli eccezionali e dall’incredibile fascino, che vanno dalla Fiat 501 del 1925 alla Lancia Augusta del 1936, fino a svariate Fiat Balilla e alla Mercedes 170 del 1948.
Il Museo Salsapariglia di Bagnolo in Piano (RE) raccoglie 150 motociclette d’epoca prodotte a partire dal 1900, insieme a 100 Motori Agricoli e Industriali, 100 Grammofoni e Fonografi e Radio, Trattori e motofalciatrici Lesa, Biciclette antiche e Motoseghe Sabart.
Ossessionato dalla meccanica, Nello Salsapariglia ha messo insieme una collezione che occupa tre piani capaci di evocare l’avventura di una vita, cominciata sui campi e proseguita nel segno dell’arguzia e del senso della funzionalità tipico di chi è affetto dalla febbre del fare.
Di grande interesse – oltre alle sezioni dedicate ai gruppi di trasmissione e ai motori stazionari - anche la sala riservata ai grammofoni, alle radio e ai proiettori, testimoni di epoche lontane ma sempre affascinanti.
Per scegliere i ristoranti, i produttori, l’alloggio e i vari servizi puoi visitare la rete di prodotto Food&Wine nel sito di Destinazione Turistica Emilia