L’Appennino reggiano è un’area dalla storia antichissima, che conserva ancora beni culturali di epoca medievale, retaggio dei secoli in cui il casato Canossa dominava in Italia del nord, protagonista della storia europea nelle dispute tra Papato e Impero.
Tra le colline e i boschi di questo affascinante territorio, pievi medievali emergono come autentiche gemme che raccontano storie millenarie di devozione e arte. Basta anche una sola giornata per visitarne alcune, spostandosi tra panorami suggestivi.
La prima tappa è la Pieve di San Bartolomeo a Paullo, nel comune di Casina, facilmente raggiungibile percorrendo la SS63 che conduce da Reggio Emilia alla montagna reggiana per poi arrivare in Toscana.
Siamo in un piccolo borgo e questa chiesa rurale è una delle più antiche della collina reggiana: si tratta di un prezioso esempio di architettura romanica, risalente al IX secolo ma più volte restaurata, diventata da qualche anno uno dei luoghi del cuore del FAI.
La facciata in pietre locali presenta un profilo a capanna, in alto si aprono due finestrelle. All’interno conserva le tre navate divise da sei colonne rotonde con capitelli lavorati, di carattere romanico.
A circa 30 minuti di distanza da Paullo, sorge la Pieve di San Vitale, un complesso monumentale situato in corrispondenza di un pianoro erboso a circa 4 Km dal paese di Carpineti.
Non è noto l’anno della sua fondazione, ma secondo alcuni studiosi è riconducibile al periodo bizantino.
La chiesa, plebana già nel 1083, era a tre navate, delimitata da absidi semicircolari, separate da due colonnati. L’edificio fu abbandonato intorno alla metà del XVIII secolo, e oggi ne vediamo solo una parte della sua facciata che, parzialmente recuperata, ospita al suo interno un piccolo e suggestivo museo con sculture e fregi lapidei originali medievali.
Circondati da grandi prati verdi, tutt’attorno ci sono altre costruzioni che formano un complesso ricettivo con ristorante e ostello, ottimo luogo in cui fermarsi a pranzare con le ricette della tradizione.
L’ultima tappa è a 30 minuti di auto da Carpineti, sull’altro lato della val Secchia. Secondo lo studioso Alcide Spaggiari, la Pieve di Toano è “il monumento perfetto, completo ed integro di arte canusina sull’Appennino”.
Il primo documento in cui viene citata è un diploma dell’Imperatore Ottone II dell’anno 980, non se ne conosce la fondazione esatta. Nel Medioevo si trovava all'interno dell'antica area del castello, che sorgeva su questa altura sovrastante il moderno paese di Toano. Nel 1200 fu molto danneggiata dalle lotte tra guelfi e ghibellini e definitivamente distrutta da una frana nel settecento.
Grazie a recenti scavi archeologici, la storia della pieve e di questo territorio ha trovato nuovi spazi di conoscenza. Il complesso, molto suggestivo, è aperto al pubblico ogni domenica, fatta eccezione per i mesi invernali.
Visitabile anche su appuntamento contattando gli uffici comunali.