Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, figlio di Carlo e Luigia Uttini, nacque alle otto di sera del 10 ottobre 1813 in questo modesto edificio – adibito anche a posteria – situato a un crocevia al centro del villaggio.
Il padre gestiva un’osteria con annessa bottega di generi vari; la madre era filatrice. La tradizione tramanda che durante il parto, essendo in corso i festeggiamenti annuali di S. Donnino, patrono della diocesi, la musica di un gruppo di suonatori girovaghi sia stata di buon auspicio per la futura attività del nascituro.
Secondo recenti studi quella dei Verdi era una famiglia di piccoli proprietari non illetterati: spesso, infatti, i locandieri leggevano le lettere a chi non era in grado di farlo. Sarebbe quindi da ridimensionare la leggenda della famiglia indigente, del contadinello povero e privo d’istruzione, del giovane artista affamato, alimentata in seguito dall’editore Ricordi.
Il più evocativo dei luoghi verdiani, grazie anche all’importante opera di recupero e restauro cominciata nel 2013, non manca di commuovere i sempre numerosi visitatori, al pensiero dei trionfali traguardi raggiunti dal compositore. Egli però, non dimentico delle proprie origini, scriveva nel 1863: “Sono stato, sono e sarò sempre un paesano delle Roncole”.
Sulla facciata della casa una lapide del 1872 ricorda che i marchesi Pallavicino, i quali ne erano proprietari, vollero che la dimora rimanesse com’era allora; nel tempo altre lapidi commemorative e celebrative sono state apposte: da ricordare, in particolare, quella voluta dai poveri di Roncole beneficiati dal Maestro (1901).
Nel 1913, centenario della nascita, è stato collocato nel giardinetto antistante la casa un busto in bronzo realizzato dallo scultore Giuseppe Cantù.