Arte e cultura erano di casa in quelle piccole ma orgogliose signorie indipendenti che, alla distanza di più o meno un’ora di cavallo, cingevano a corolla la città di Reggio Emilia: Scandiano, contea dei Boiardo (stirpe del famoso poeta Matteo Maria Boiardo), Gualtieri, feudo dei Bentivoglio, già signori di Bologna, Novellara e Guastalla, rette da due rami dei Gonzaga e Correggio, principato dell’omonima famiglia, che ha dato i natali a uno dei più illustri pittori italiani.
Tanto erano vivaci e splendide le “piccole capitali” che la stessa città di Reggio Emilia attrasse i meravigliosi artisti che già si erano distinti in queste brillantissime corti. E’ il caso di Antonio Allegri, che dalla vicina Correggio fu chiamato a Reggio per dipingere la Sacra Notte destinata a San Prospero, dai cantieri della rocca di Scandiano veniva Nicolò dell’Abate e da Novellara Lelio Orsi, una delle più significative personalità del Manierismo italiano.
Persa Ferrara nel 1599 e ridottosi il ducato degli Este alle sole Modena e Reggio, le piccole signorie caddero ad una ad una vittime delle rivalse territoriali degli Estensi: per prima Gualtieri (1634), poi Correggio (1635), Scandiano (1643) e solo assai più tardi, nel secolo seguente, di Novellara.
Nonostante la loro autonomia sia finita da molto tempo, ancora oggi queste antiche signorie conservano il segno dello splendore passato.
Se avete voglia di cambiare rotta, se apprezzate la buona cucina e l'ospitalità delle genti padane, vi consigliamo di abbandonare la strada maestra e di addentrarvi sui percorsi della provincia reggiana.
Partiamo da Scandiano, città nota per aver dato i natali al poeta Matteo Maria Boiardo e all'illustre scienziato Lazzaro Spallanzani.
La Rocca, monumento principale della città, fu eretta inizialmente come castello difensivo, poi adattata in epoca barocca a raffinata residenza signorile dei Duchi D'Este. Nel cortile interno, si trova la sede reggiana dell’Enoteca Regionale, in cui è possibile assaggiare alcuni dei migliori vini emiliani. Tra questi merita una menzione speciale la Spergola di Scandiano, un vitigno a bacca bianca recentemente riconosciuto a livello internazionale.
Spostandoci verso la bassa pianura reggiana, facciamo tappa Correggio, città che ha dato i natali ad un altro famoso artista: il pittore Antonio Allegri, meglio conosciuto come il Correggio.
Dopo una breve passeggiata su viale Mazzini, che restituisce l'idea dell'ampia strada maestra con nobili palazzi porticati, è d'obbligo una visita al prestigioso Palazzo dei Principi, architettura rinascimentale in stile ferrarese che ospita il Museo dedicato al pittore. In ricordo dell'artista, è opportuna anche una visita alla sua casa a Borgovecchio, al suo sepolcro nella chiesa di San Francesco, al monumento a opera di Vincenzo Vela in piazza San Quirino e, infine, all'intenso Volto di Cristo, a lui attribuito, conservato nelle sale del Museo Civico.
Per la sosta gastronomica assaggiate la variante locale del tipico erbazzone reggiano: si chiama "scarpasot" ed è un tortino verde gustosissimo, che nel 2012 ha ottenuto la “De.co”, ossia la “Denominazione di origine comunale”.
Concludiamo in primo giorno nella vicina Novellara, una piccola capitale della Famiglia Gonzaga, non troppo distante dal fiume Po, in quell'entroterra della pianura reggiana costellato da castelli, rocche e tracce di un grande passato. Anche qui possiamo seguire le orme di un artista del luogo, Lelio Orsi, a cui si deve, nella seconda metà del Cinquecento, la riforma urbanistica della città, il disegno della Collegiata di Santo Stefano e gli affreschi ora esposti al Museo Gonzaga, allestito nella suggestiva Rocca.
Degna di nota anche l’importante raccolta di ceramiche del XVI al XVII secolo che costituisce la cosiddetta Spezieria dei Gesuiti.
Per la sosta gastronomica abbiamo l’imbarazzo della scelta: nei mesi estivi bisogna assolutamente assaggiare l’Anguria reggiana IGP, nella restante parte dell’anno si può visitare l’Acetaia Comunale allestita nel sottotetto della Rocca o fare un tour alla scoperta dell’Aceto Balsamico Tradizionale nelle acetaie della zona.
Il secondo giorno è dedicato a un itinerario, magari in sella ad una bicicletta, attraverso la cosiddetta Bassa Reggiana, un territorio che, fiancheggiando la sponda destra del fiume Po, si estende per circa 10 km. I comuni sono accomunati dalla presenza del Grande Fiume, che da sempre scorre su queste terre caratterizzandone la cultura, l'economia, la storia e le tradizioni.
La conoscenza di questi territori si snoda attraverso i centri storici dove le vestigia dei Gonzaga, dei Bentivoglio e degli Estensi sono ancora leggibili, negli ambienti naturalistici della golena e delle aree vallive, e infine andando per caseifici e cantine, acetaie e trattorie dalle quali promanano i profumi di una cucina fatta di cura e sapienza.
Incominciamo da Guastalla, centro che possiede più di tutti le caratteristiche della piccola capitale rinascimentale: il monumento a Ferrante Gonzaga, il Palazzo Ducale con il Museo della Città, la Cattedrale, la chiesetta romanica di San Giorgio, la pieve e la ricca Biblioteca Maldotti. Quella guastallese, poi, è una cucina ricca, che mescola i sapori delle tavole dei duchi a quelle dei pescatori del fiume, assicurando al viaggiatore una sosta piacevole in un territorio di sicuro interesse. I piatti locali della più tipica tradizione di Guastalla trovano il loro culmine qualitativo nei primi classici: i cappelletti in brodo e i tortelli di zucca. Ma non possono mancare, uniti a secondi piatti succulenti, una gamma ampia di insaccati e l’ottimo Parmigiano-Reggiano DOP, da gustare a pezzi ben stagionato.
A Gualtieri è d’obbligo una sosta per visitare l’imponente e scenografica Piazza Bentivoglio, bell’esempio di piazza rinascimentale circondata da ampi portici e dominata da Palazzo Bentivoglio, ora sede del Museo Ligabue. Al pittore reggiano è stato dedicato anche un Lambrusco, il vino dal caratteristico colore rosso rubino e la spuma ricca e delicata, con un packaging basato sull’arte del pittore gualtierese. Sul sito della Cantina Sociale di Gualtieri è possibile scoprire tutte le qualità!
Proseguendo il percorso lungo il fiume Po, meritano una visita anche ai centri di Boretto e Brescello. In quest’ultimo è possibile ripercorrere le vicende di Peppone e Don Camillo e rivivere le atmosfere e i paesaggi del “mondo piccolo” descritti nei racconti di Giovannino Guareschi.
Come ultima sosta gastronomica, non possiamo non assaggiare le cipolle borettane, nelle numerose ricette con cui possono essere cucinate: una su tutte, le cipolline in agrodolce, ottime come contorno sia calde che fredde e come sfiziosi aperitivi.
Come dolce, se si capita sotto le festività natalizie consigliamo di assaggiare la spongata di Brescello, un dolce piatto e rotondo con un ripieno dal forte sapore speziato.