La provincia di Piacenza si presta perfettamente ad essere esplorata in sella alle due ruote.
È ricca di strade statali e provinciali che collegano tra loro i principali borghi e le bellezze naturali del territorio, offrendo ai motociclisti curve adrenaliniche e panorami mozzafiato.
Il percorso inizia dall'uscita Fiorenzuola d'Arda (A1), imboccata la tangenziale in direzione Bologna si prosegue fino all'uscita che indica Castell'Arquato. Dopo circa 10 chilometri in pianura si scorge il profilo del borgo.
Superato il ponte sul torrente si consiglia di proseguire verso il parcheggio di Piazzale Cima dove lasciare la moto in sosta per proseguire a piedi la visita.
Da non perdere l'antica Collegiata, la salita alla Rocca Viscontea con veduta panoramica sui dintorni e una pausa in piazza per degustare un bicchiere di Monterosso (vino DOC della Val d'Arda) con i salumi locali.
Ripresa la moto si scende passando dalla Porta di Sasso e si imbocca la strada provinciale per Lugagnano Val d'Arda.
Si prosegue lungo la stessa provinciale seguendo le indicazioni per Veleia. La strada passa in zone di campagna e collina (con fondi non sempre regolari), lasciando assaporare il trascorrere delle stagioni e un tempo che è ancora scandito dai ritmi della natura.
Giunti a Veleia Romana si apre allo spettatore la vista su un'estesa area archeologica. Si riconoscono le terme, il foro e i resti di alcune abitazioni. Nell'antiquarium si ha modo di scoprire l'importanza dei reperti trovati nel sito. Un gioiello per tutti la Tabula Alimentaria Traianea.
Arriva il momento di trovare un riparo per la notte, magari in una locanda tra Rustigazzo e San Michele capace di offrire genuini prodotti di montagna.
La seconda giornata è da dedicare alla Val Chero e Val Nure. Partendo dalla collina si scende fino a Rustigazzo e si tiene la Provinciale n. 14 sul lato destro del torrente Chero fino al bivio dove si trova l'indicazione per Gropparello.
Seguendo il cartello ci si dirige verso Magnani, si attraversano Mandola e Castellana. Prima di arrivare al centro abitato si consiglia di lasciare la moto in prossimità del cartello "Bersani" per attraversare la piccola località denominata anche "Borgo delle fiabe". Un'associazione locale ha infatti dipinto sulle pareti delle case scene tratte da famose fiabe e favole!
Dopo un tuffo nelle memorie infantili si riparte per una visita al Castello di Gropparello, il più antico della provincia di Piacenza. Oltre alle visite tradizionali il castello propone escursioni nelle gole della val Vezzeno, per gli amanti della natura.
Al termine della visita arriva una godereccia pausa pranzo a base dei primi piatti della tradizione: pissarei e fasò, tortelli con la coda o anolini nella stagione più fredda.
Lasciato Gropparello si percorre una parte del territorio più interna per amanti delle curve. Si esce dal Comune da Via Marconi che diventa poi Strada Comunale Gelati. Si sale a Montechino lungo una strada poco battuta che salendo dolcemente offre vedute panoramiche sull'entroterra.
Giunti a Montechino, attraverso la strada Località Croci si raggiunge Groppovisdomo. Le curve della provinciale 10 giungono ad un bivio, qui è necessario seguire il cartello per Bettola. La strada inizia a volgere verso nord e a scendere verso Vigolo. Terminati i tornanti si arriva al Comune di Bettola.
Nella sua Piazza si trova una statua dedicata a Cristoforo Colombo, perché si pensa che la famiglia del navigatore fosse del luogo. Esiste, ed è visitabile, su appuntamento anche il Museo di Cristoforo Colombo in località Pradello.
L'ultima giornata è da dedicare all'attraversamento dei monti tra Val Nure e Val Trebbia per arrivare nel borgo di Bobbio.
Da Bettola si sale lungo la strada principale fino a Farini d'Olmo per poi dirigersi lungo la Provinciale 57 verso Mareto e arrivare a godere alcuni punti panoramici a Sella dei Generali e Passo di Santa Barbara e infine scendere a Bobbio, dopo un viaggio di poco più di tre ore tra boschi, monti saliscendi e tanta natura.
Nominato uno dei Borghi più belli d’Italia, Bobbio è la patria dei motociclisti e anche il Santo locale, San Colombano ne è protettore.
Oltre ai tipici piatti, come i maccheroni e i pin, da non perdere sono soprattutto le sue bellezze architettoniche, come il Ponte Gobbo, detto anche del Diavolo, l'Abbazia di San Colombano, con il suo antico mosaico pavimentale, la Cattedrale, con i suoi ottocenteschi cieli blu stellati e, infine, il Castello Malaspina dal Verme che con la sua solidità domina il paesaggio dall'alto.
Nei mesi estivi si tiene, anche, un'importante manifestazione cinematografica diretta da Marco Bellocchio, originario proprio di Bobbio, dal titolo "Bobbio Film festival".
Terminato il soggiorno, la strada del ritorno verso la pianura ci riporta sulla Statale 45, in modo da godere una delle Valli più belle al mondo (cit. E. Hemingway)