Tra il Po e il crinale appenninico, il paesaggio acquista sfumature che lo rendono sempre diverso eppure legato da un unico filo, come un accento di fondo che contraddistingue la vitalità dei piccoli centri, i castelli, le pievi medievali e i teatri.
La Bassa, che ha impregnato della propria nebbia l’anima di Bernardo Bertolucci e Giovannino Guareschi, è il cantiere gastronomico della produzione e della lavorazione di alcuni dei salumi più apprezzati al mondo, che forse traggono il loro straordinario sapore anche dal fatto di nascere tra capolavori architettonici come la Rocca dei Rossi a San Secondo, la Reggia di Colorno con i suoi giardini, il castello di Fontanellato, la rocca Meli Lupi di Soragna e l’abbazia cistercense di Fontevivo.
Tornando però verso la città di Parma, la Piazza del Duomo è una sorta di centro fuori dal centro che sembra quasi voler sottrarre dalla frizzante atmosfera cittadina alcuni dei monumenti medioevali più unitari e compiuti di Parma. Attorno a essa, sorgono la quasi millenaria Cattedrale - con i bassorilievi di Benedetto Antelami, testimonianze dell’arte romanica e i superlativi affreschi del Correggio – e il Battistero, segnalato dall’Unesco tra i siti di maggiore valore astronomico a livello mondiale e grandioso esempio ottagonale in marmo rosa di Verona del passaggio dal romanico al primo gotico. Alle spalle della Cattedrale, il Monastero benedettino di San Giovanni Evangelista è un universo che vanta testimonianze del passaggio del Correggio, autore delle decorazioni degli emi-pilastri, della crociera, della cupola e dei disegni del fregio del Sacrificio Ebraico e Pagano. Di grande interesse anche i lavori di un giovane Parmigianino, i tre chiostri, la Biblioteca Monumentale e l’Antica Spezieria. Splendido esempio del Rinascimento in città, la Basilica di Santa Maria della Steccata conserva “Le Vergini sagge e le Vergini stolte” del Parmigianino, che si occupò anche della decorazione delle due portelle d’organo in prossimità dell’entrata.
Inizialmente concepito come struttura polifunzionale della corte dei Farnese, il Complesso monumentale della Pilotta si ampliò tra ‘500 e ‘600 assumendo quelle dimensioni che ancora oggi lasciano a bocca aperta, soprattutto per il senso di sproporzione rispetto a quelle che erano le dimensioni della città all’epoca della sua progettazione. Al primo piano, il Teatro Farnese, la Galleria Nazionale, il Museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina e il Museo Bodoniano.
Tra i Musei Civici, spiccano i 20 ambienti della Pinacoteca Stuard – con un percorso espositivo comprensivo di opere di varie culture artistiche e pittoriche, dal pre-medioevo fino ai ritratti del 19esimo secolo e al disegno di un levriero attribuito al Parmigianino, oggi divenuto simbolo dell’istituzione – il Museo dei Burattini – la più importante esposizione italiana sul tema del teatro d’animazione – e la Casa della Musica.
Nel Palazzo di Riserva, il Museo Glauco Lombardi raccoglie testimonianze storiche e artistiche di grande interesse su Maria Luigia d’Asburgo e Napoleone Bonaparte, mentre le Cupole affrescate dal Correggio – come disseminate per la città a solleticare il senso per l’esplorazione degli appassionati d’arte - compongono idealmente un itinerario tra Duomo di Parma, Basilica di San Giovanni Evangelista e Camera di San Paolo. Collocato nel Battistero di Parma, Il ciclo dei mesi scolpito da Benedetto Antelami è infine un capolavoro che si aggiunge alla Lastra della Deposizione (in Duomo), come lascito di uno stile personale capace di tendere al gotico sintetizzando la scultura romanica lombardo-emiliana, la tradizione bizantina e l’arte classica.
Di nuovo fuori dal perimetro cittadino, La Villa dei Capolavori nella sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo ospita la prestigiosa collezione di Luigi Magnani, composta – tra le altre - da opere di Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Carpaccio, Dürer, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Goya e, tra i contemporanei, Monet, Renoir, Cézanne, sino a De Chirico, De Pisis, 50 lavori di Morandi, Burri, oltre a sculture di Canova e di Bartolini.
Definito dal suo stesso ispiratore “museo dell’ovvio” o “museo del quotidiano”, il Museo Ettore Guatelli, a Ozzano Taro, vicino a Collecchio, raccoglie invece martelli, pinze, pale e oggetti che, nella loro viscerale materialità, mirano in realtà a ricostruire e conservare la conoscenza immateriale della vita contadina, per evocare un’epopea della terra e dei campi dell’Emilia.
Immaginato da Franco Maria Ricci a Fontanellato come percorso in cui perdersi, fantasticare e riflettere, il Labirinto della Masone il più grande labirinto al mondo, composto interamente di piante di bambù appartenenti a venti specie diverse: accanto a esso, un museo capace di raccogliere opere sparse su cinque secoli di storia, una biblioteca, spazi per mostre temporanee, un archivio e strutture turistiche.